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Trovare un prestito per Partita Iva a inizio 2020

I lavoratori autonomi dotati di partita IVA possono accedere a delle forme specifiche di prestiti che sono riservate proprio a coloro che possiedono una partita IVA. A volte un finanziamento di questo tipo può essere davvero utile, se vuoi avviare un’attività o se vuoi incentivarla e ampliarla. Ma quali sono più nel dettaglio le forme specifiche di prestiti a cui possono essere interessati i titolari di partita IVA? Possiamo fare una suddivisione fra i prestiti per i liberi professionisti, fra i finanziamenti con cambiale per i lavoratori autonomi e poi ancora il prestito regime dei minimi e il microcredito. Sono tutte possibilità molto interessanti che non bisogna affatto sottovalutare. Spieghiamole più precisamente.

I prestiti per i liberi professionisti

La partita IVA va sempre più rappresentando il diffondersi di posizioni lavorative autonome che vengono più ricercate soprattutto fra i giovani. In effetti non bisogna dimenticare che il mondo del lavoro è soggetto a delle trasformazioni molto importanti dal punto di vista socioeconomico.

Tra questi cambiamenti non possiamo non considerare le agevolazioni fiscali che sono riservate a chi apre una partita IVA. A tutta questa situazione si sono adattate anche le banche, che hanno pensato a delle soluzioni di prestito proprio per chi possiede una partita IVA.

Naturalmente è richiesta come garanzia la dimostrazione di un’affidabilità finanziaria, mediante la presentazione di alcuni documenti che possono variare da istituto ad istituto. In alcuni casi è richiesta anche la figura del garante, ma esistono altre forme di garanzia di cui possono usufruire i liberi professionisti, come, per esempio, l’ipoteca sugli immobili.

Il prestito con cambiale

Un altro finanziamento molto utilizzato è quello dei piccoli prestiti Inpdap, sempre più richiesto dagli utenti che hanno bisogno di un prestito di piccole somme di denaro. Oltre a questa forma di prestito dobbiamo ricordare anche il prestito con cambiale, di cui spesso usufruiscono i lavoratori autonomi.

Questa forma di finanziamento prevede l’entrata in gioco di un titolo di credito esecutivo, in modo che l’istituto che ha concesso il prestito può recuperare immediatamente in ogni momento la somma che ha concesso.

È una formula che viene spesso utilizzata anche per coloro che sono iscritti nelle liste dei cattivi pagatori. Il piano di rimborso è strutturato con rate mensili, che sono delle cambiali. In caso di mancata solvenza, la banca può richiedere il pignoramento dei beni del debitore.

I prestiti per le nuove partite IVA

Anche l’apertura di una nuova partita IVA può rappresentare l’occasione in se stessa per ottenere un prestito. Infatti quando si apre una partita IVA si fa il riferimento all’apertura di una nuova attività. Di solito ad essere in queste condizioni sono i lavoratori autonomi e i titolari di impresa individuale che vogliono avviare un’attività o una start up.

Proprio per queste nuove attività economiche sono previsti degli incentivi e delle agevolazioni anche per quanto riguarda l’aspetto del credito.

Il prestito in regime dei minimi

Coloro che si trovano nel regime dei minimi, cosiddetto anche regime forfettario, possono avere necessità, ad attività già avviata, di un finanziamento o personale o legato al lavoro. Ci sono alcune associazioni di categoria che hanno pensato a delle soluzioni per questi contribuenti. Anche le banche hanno sviluppato delle linee di credito apposite.

Il microcredito

Molto importante da considerare anche il microcredito. Si tratta di un prestito finalizzato che può essere concesso ai lavoratori autonomi e alle imprese individuali che abbiano partita IVA da almeno 5 anni. Di solito la condizione per accedere a queste forme di credito è costituita dal fatto di non avere più di 5 dipendenti.

Il punto di riferimento per questi finanziamenti è rappresentato dall’ente nazionale per il microcredito. Quest’ultimo si occupa di concedere dei prestiti che vanno utilizzati per acquistare beni e servizi legati all’attività produttiva.

Gli importi delle somme prestate vanno di solito da 25.000 a 35.000 euro e la durata minima per il piano di rimborsi è di 24 mesi, mentre la durata massima corrisponde a 60 mesi. Anche questa forma è una soluzione strettamente creata per coloro che possiedono una partita IVA e che incontrano difficoltà ad accedere al credito.

Generalmente le somme vengono prestate anche a tassi di interesse più bassi del normale, come riconoscimento di una particolare forma di agevolazione per questi titolari di partita IVA.

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